domenica 19 gennaio 2014

Esordio letterario per Brunetti, ex direttore del carcere di Vasto


Alla fine della scorsa estate ho ricevuto a casa un libro. E’ stato scritto da Carlo Brunetti, che ho conosciuto a Vasto nella sua funzione di direttore della casa circondariale di Torre Sinello. Il libro ha una copertina di colore bianco ed ha il titolo “Thule – Il segno del comando”, rappresenta il suo esordio letterario ed è autoprodotto. E’ dedicato alla moglie Rossella “che era la mia vita” e che il destino ha voluto strapparla al suo affetto proprio a Vasto, in maniera così drammatica. La lettura procede scorrevole e con piacere, anche se avrei preferito qualche pagina in più. L’impressione è che lo scrittore avesse fretta di finire, eppure la narrazione ha ritmo ed è il frutto di un attento lavoro di ricerca.
La storia è intricante e porta il lettore a viaggiare tra il passato e nel presente dei fatti narrati costringendo a una lettura delle pagine non distratta, in particolare di quelle che parlano della Germania di Adolf Hitler. E’ ambientato nella primavera del 1970, dentro le cinta murarie del carcere di Regina Coeli dove arriva un nuovo direttore, Carlo Maria Ferrero. Arrivo segnato da un detenuto che è stato malmenato e da “strani personaggi in una struttura dove si tengono culti misterici” e che hanno alle spalle un percorso tormentato e caratterizzato da violenze e sopraffazione. Il giovane funzionario dovrà fare i conti con personaggi legati tra loro alla ricerca di Agharti e la Thule, tra nazismo ed esoterismo. Un romanzo che «vuole essere – come scrive nella lettera che Brunetti mi ha inviato – un momento di apertura sul complesso e affascinante mondo carcerario». E lo si fa entrando dal cancello principale accompagnati da chi vive ogni giorno la realtà del mondo visto, seppur per lavoro, da dietro le sbarre.
Pino Cavuoti

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