Avvia una riflessione su alcuni temi emersi al
Prodotto topico. Festival del sapore tipico il Prof. Luigi Murolo, dottore di ricerca. La dotta riflessione viene pubblicata in
Ager trinianus – temi per la storia identitaria di un territorio,
nei Quaderni di Ad/Ventura, editi dal Liceo Scientifico Mattioli,
presso cui Murolo insegna storia. Vi si trovano spunti interessanti e
soprattutto inediti Secondo Murolo il bacino del Trigno fu vissuto già
nell’universo sannitico con la celeberrima
Tavola di Agnone, le aree sacrate di Vastogirardi, Pietrabbondante e Schiavi, con la
testa bronzea di San Giovanni Lipioni, con la chiave di Tufillo e nei municipi romani dei
tereventini, histoniensi e larinati. Si fa cenno anche ad una possibile
archeologia dell’alimentazione,
coi ritrovamenti di Monteodorisio lungo il tratturo Lanciano – Cupello.
Circa il dialetto -che secondo il Nostro sarebbe alloglosia – si
dimostra nei Quaderni che il croato – molisano (Na – Naso) è influenzato
da altri idiomi, tanto che il termine con cui si indica uno dei piatti
vincitori del Topico, la
paparolizzata di Montemitro, è la trasformazione in na-naso di
paparule. Cosa simile anche per l’altro piatto topico vincente di Acquaviva Collecroce,
i kolacic , da culace, ciambella. Secondo Murolo, l’ibridazione dialettale vale anche per l’altro vincente: le
nerdappe di Monteodorisio, ossia nder, dal latino (i)ntra, col valore di oltre…oltre le
nappe, mappe,
derivazione del latino ecclesiastico: tovagliolo. Dunque: oltre il
tovagliolo. Ibridazione dialettale anche per il Prodotto topico di
Tufillo: la
pizza figlite, participio passato del verbo
abruzzese fuglia, ossia tagliato a fette. E la pizza di Tufillo è
appunto tagliata a fette. Cosa diversa per il termine
cif e ciaf, presentati da Lentella e San Buono, che Murolo fa risalire alla pronunzia milanese
ciff e ciaff,
ossia camminare nel fango. Menzione muroliana anche per la nota pecora
alla Santa Irene di Tavenna, collegata alla tradizione della Mesesca o
Misisca, vale a dire
carne cattiva di pecora affumicata. Nelle
pagine del Quaderno molti i riferimento al tratturo, anzi a cinque
tratturi che vengono tutti elencati e sinteticamente esaminati:
il
Celano – Foggia, l’Ateleta – Biferno, il Centurelle – Montesecco (che
attraversa la Coccetta di Lentella), L’aquila – Foggia , cui appartiene
il Lanciano Cupello. Circa la presenza dei croati, non appare fuori
luogo la rilettura di un ordinanza emessa a Chieti il 22 novembre del
1513, con cui S.M. ordina agli schiavoni di abitare in borghi cinti da
mura
(terre murate). I croati approdati da noi vengono fatti
spostare da località come S. Pietro Linari di Vasto in aree spopolate o
abbandonate, per la paura dei furti. Come dire: costoro vanno difesi dai
turchi infedeli, ma comunque tenuti a debita distanza dai nativi. In
fondo sono stranieri e ieri come oggi tutto il mondo è paese-. Eccezion
fatta per i croati ricchi. Infatti se per i poveri vale la ricordata
ordinanza, i mercanti o artigiani delle città marittime, come attesta la
mostra del liceo scientifico del novembre ’13, curata dallo stesso
Murolo dispongono pesino di autorità consolari. La Repubblica di Ragusa,
oggi Dubrovnik, aveva istituita la propria sede consolare a Vasto fin
dal 14 luglio del 1523. Murolo, infine, si chiede se sia possibile
considerare il Trigno non come ostacolo, ma come passaggio di un’area
culturalmente omogenea La risposta è sicuramente affermativa e lo
dimostrano sia il vissuto delle nostre genti e sia la storia riletta dal
Murolo, compreso il precedente dell’ organizzazione del Cantone di
Vasto in luogo delle province, istituito nella Repubblica partenopea del
1799). Ma anche il recente successo del
Prodotto topico.
Ods