Perchè fino ad anni recenti non si è parlato della
Seconda Guerra Mondiale a Vasto?
Questo l'interrogativo da cui ha preso spunto l'iniziativa promossa da
Italia Nostra del Vastese, insieme al liceo Scientifico Mattioli e alla
Deputazione Vastese di Storia Patria. Un interessante incontro presso
l'Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo, in cui sono
stati presentanti alcuni temi salienti legati agli anni della guerra,
nel giorno in cui ricorrevano i 70 anni dalla liberazione di Vasto, con
l'ingresso in città delle truppe alleate.
Dopo l'introduzione di Davide Aquilano è stato
Luigi Murolo a soffermarsi su un
documento proveniente dell'archivio Ciccarone,
in cui vengono raccontati gli avvenimenti di quel tempo. Al centro
della narrazione personaggi come lo stesso Silvio Ciccarone, Mallucci,
il maresciallo dei carabinieri Piras e altri giovani coinvolti nelle
operazioni a cavallo tra l'occupazione tedesca e l'ingresso degli
inglesi guidati dal
generale Montgomery, che
stabilì in città, fino al dicembre del 1943, il quartier generale
dell'8ª armata, che aveva risalito la penisola dopo aver combattuto ad
El-Alamein.
Una particolarità del documento di Ciccarone, come ha sottolineato
Murolo, è che non vengono mai citati i fascisti. "Non se ne parla mai -
ha detto Murolo - e questo è inspiegabile". Le ragioni potrebbero essere
le stesse che hanno portato ad una sorta di oblio nella memoria storica
della città, solo oggi approfondita e studiata grazie all'impegno di
diversi storici. Di particolare rilevanza nell'impegno di Ciccarone,
Mallucci e ad altri volontari vastesi, è la
salvaguardia dei beni culturali. "Il Museo di Vasto si salvò perchè venne murato e quindi i tedeschi non lo trovarono - racconta
Aquilano-.
E' davvero straordinario come in un momento drammatico come la guerra
si sia riusciti ad occuparsi della tutela dei beni culturali. Fu
un'azione preziosa, altrimenti avremmo perso tutto".
Spazio poi al documentario a cui stanno lavorando gli
studenti della IV A del Liceo Scientifico di Vasto. Un lavoro ancora da completare nei prossimi mesi ma che già è ricco di spunti interessanti. Tra materiale fotografico e un
video recuperato tempo fa da Nicola Scopa, alias Nickbombe, e pubblicato su Youtube (
clicca qui), gli studenti hanno tracciato una panoramica su quanto avvenne in quegli anni nel Vastese.
E' stato poi presentato il libro "Dove diavolo sei stato", scritto da
Tom Carver, il racconto di una storia vera, quella del padre Richard,
figliastro del generale Montgomery, che attraverso tutta l'Italia,
partendo da Fontanellato, per ricongiungersi al patrigno a Paglieta. La
professoressa
Gabriella Izzi Benedetti ha
analizzato il testo, che "non è un diario di guerra, ma il tentativo di
raggiungere la figura paterna". L'inizio della narrazione parte
dall'assunzione del comando delle truppe in Africa da parte di
Montgomery, assolutamente legato al fato, per poi proseguire fino al
ricongiungimento, momento in cui il generale avrebbe chiesto al figlio
"Dove diavolo sei stato?". C'è poi la permanenza tra Roccascalegna e
Gessopalena, dove Richard Carver fu nascosto dagli abitanti del posto
per non essere catturato dai tedeschi.
A concludere l'incontro è stato l'intervento di
Federica D'Amato,
della casa editrice Ianieri, traduttrice del libro dall'inglese
all'italiano. "Vi porto i saluti di Tom Carver, lo sento ogni volta che
c'è una presentazione del suo libro e lui è molto felice di tutto ciò.
Il libro è un grande romanzo di formazione, stile Hemingway, apprezzato
anche dai ragazzi. E' un intreccio, tra Richard e il figlio Tom, il
giovane che cerca se stesso mentre il figlio ricerca il padre".